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Il ginocchio è un’articolazione complessa, fondamentale per la maggior parte delle attività quotidiane e sportive. La sua stabilità e la sua funzionalità dipendono da una precisa interazione tra ossa, legamenti, tendini, muscoli e cartilagini e, proprio per questa sua complessità e per il carico che quotidianamente sopporta, il ginocchio è particolarmente esposto a diversi tipi di infortuni.
La fisioterapia riveste un ruolo molto importante nel percorso di recupero da un infortunio al ginocchio, poiché contribuisce a ridurre il dolore, ripristinare la mobilità, rinforzare la muscolatura e favorire un ritorno sicuro alle attività. Il trattamento fisioterapico è sempre personalizzato, basato sulla diagnosi, sulle caratteristiche del paziente e sui suoi obiettivi funzionali.
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I principali infortuni del ginocchio
Il ginocchio può essere soggetto a una vasta gamma di infortuni, che possono interessare diverse strutture anatomiche. Tra i più comuni troviamo:
- le distorsioni legamentose, come lesioni dei legamenti collaterali (mediale e laterale) o dei legamenti crociati (anteriore e posteriore), spesso causate da traumi diretti e indiretti o movimenti torsivi. La gravità varia da semplici stiramenti a rotture complete;
- le lesioni meniscali, come le rotture dei menischi (mediale e laterale), i cuscinetti fibrocartilaginei che ammortizzano i carichi e stabilizzano l’articolazione. Le lesioni meniscali possono verificarsi a seguito di traumi o movimenti di torsione, soprattutto in carico, possono essere traumatiche o degenerative e sono frequenti anche in associazione alle lesioni legamentose;
- le tendinopatie, condizioni di sovraccarico e/o degenerazione che interessano i tendini del ginocchio, ovvero rotuleo e quadricipitale, caratterizzate più da disfunzioni strutturali e alterazioni della risposta meccanica che da infiammazione acuta in senso stretto. Le tendinopatie vengono spesso denominate con termini diversi, a volte non del tutto corretti dal punto di vista medico, come: tendinite rotulea (ginocchio del saltatore o jumper’s knee), tendinite del quadricipite, patologia inserzionale del tendine rotuleo, tendinosi rotulea, e così via;
- le borsiti, cioè infiammazioni delle borse sinoviali, piccole sacche piene di liquido che riducono l’attrito tra tendini, muscoli e ossa attorno al ginocchio. Vale la pena di precisare che anche se si sente parlare molto spesso di “borsiti”, identificare la borsa sinoviale come elemento che sostiene il dolore del paziente non è affatto facile, nemmeno con le tecniche di imaging;
- le fratture, cioè rotture delle ossa che compongono l’articolazione del ginocchio (femore distale, tibia prossimale, rotula), generalmente causate da traumi ad alta energia;
- la lussazione della rotula, che consiste nello spostamento della stessa dalla sua normale sede nell’incavo femorale, spesso a seguito di traumi o predisposizione anatomica;
- l’artrosi del ginocchio (gonartrosi), cioè la degenerazione progressiva della cartilagine articolare, che porta a dolore, rigidità e limitazione funzionale, più comune nelle persone anziane ma che può insorgere anche in seguito a traumi pregressi.
La corretta diagnosi dell’infortunio al ginocchio è fondamentale per impostare un piano di trattamento efficace: una valutazione clinica accurata, spesso integrata con esami di imaging come radiografie, ecografie o risonanza magnetica (RM), permette di identificare la struttura coinvolta e la gravità del danno.
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Quali sono le cause di un infortunio al ginocchio?
Gli infortuni al ginocchio possono derivare da un gran numero di cause, che possono essere classificate in traumatiche (legate a eventi acuti) e non traumatiche (legate al sovraccarico o all’adattamento insufficiente ai carichi). Tra le cause traumatiche rientrano:
- i traumi diretti, come colpi al ginocchio durante attività sportive, cadute o incidenti che possono causare contusioni, distorsioni legamentose, lesioni meniscali o fratture;
- i traumi indiretti, cioè movimenti improvvisi e stressanti per l’articolazione, come torsioni del ginocchio con il piede bloccato a terra, cambi di direzione rapidi o atterraggi scomposti da salti, tipici negli sport come calcio, basket o sci. Questi meccanismi possono provocare distorsioni legamentose o lesioni meniscali anche senza un contatto diretto.
Le cause non traumatiche sono legate a condizioni di carico ripetuto o mal distribuito e includono:
- il sovraccarico meccanico e funzionale, dovuto ad attività ripetitive o eccessive e/o ad aumenti bruschi dei volumi di allenamento, soprattutto in assenza di una preparazione fisica adeguata o con una tecnica di esecuzione non ottimale. Tutto ciò può portare a tendinopatie, borsiti o lesioni da stress;
- gli squilibri muscolari, come debolezza o scarsa coordinazione dei muscoli che stabilizzano il ginocchio (quadricipite, ischiocrurali, muscoli del polpaccio), che riducono la capacità di assorbire e distribuire correttamente i carichi e possono aumentare il rischio di infortuni;
- eventuali anomalie biomeccaniche, come varismo o valgismo accentuati, dismetrie, ipermobilità o deficit di mobilità, che in presenza di altri fattori di rischio come quelli di cui abbiamo discusso in precedenza, possono aumentare lo stress su specifiche strutture articolari;
- l’usura degenerativa, cioè il naturale processo di invecchiamento e l’usura della cartilagine articolare, che possono condurre all’artrosi (gonartrosi).
Accanto a questi fattori, è importante considerare anche componenti psicologiche e sociali che possono contribuire allo sviluppo o al mantenimento del dolore e della disfunzione. Stress, ansia, basso supporto sociale, carico lavorativo elevato o aspettative irrealistiche riguardo alla guarigione possono influenzare negativamente il recupero. Anche credenze errate sull’infortunio (come pensare di avere il ginocchio “”rotto”” o “”instabile per sempre””) possono modificare il comportamento motorio e rallentare il rientro all’attività.
Identificare la causa specifica dell’infortunio è importante per guidare il trattamento e implementare strategie di prevenzione per evitare recidive.
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Quali sono i sintomi di un infortunio al ginocchio?
I sintomi di un infortunio al ginocchio possono variare notevolmente a seconda della struttura coinvolta, della gravità del danno e del profilo del paziente. In molti casi, l’intensità dei sintomi non è necessariamente proporzionale all’entità della lesione anatomica. Tuttavia, alcuni segni e sintomi sono comuni a diverse condizioni:
- dolore, localizzato all’interno, all’esterno, nella parte anteriore o posteriore del ginocchio, che può variare da lieve e sordo a intenso e acuto;
- gonfiore, dato che l’accumulo di liquido nell’articolazione o nei tessuti circostanti è una risposta comune all’infiammazione post-traumatica;
- rigidità articolare, intesa come difficoltà a flettere o estendere completamente il ginocchio, spesso più marcata al mattino o dopo periodi di inattività;
- limitazione del movimento, cioè l’incapacità di piegare o stendere completamente la gamba o difficoltà a caricare peso sull’arto infortunato;
- sensazione di instabilità o cedimento, può indicare un’insufficienza legamentosa o un’alterata percezione della stabilità, legata a deficit di controllo neuromuscolare;
- blocco articolare, cioè l’improvvisa incapacità di muovere il ginocchio, può essere causata da una lesione meniscale mobile o da corpi mobili intra-articolari;
- rumori articolari, come scricchiolii, crepitii o “”click”” durante il movimento, che possono essere indicativi di usura cartilaginea o lesioni meniscali;
- calore e arrossamento, segni di infiammazione locale, spesso associati a borsiti o tendiniti acute.
La presenza e l’intensità di questi sintomi possono fornire importanti indizi sulla natura dell’infortunio, ma una valutazione clinica esperta e accurata è essenziale per una diagnosi precisa.
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Infortunio al ginocchio: come intervenire?
L’approccio terapeutico per un infortunio al ginocchio dipende dalla specifica diagnosi, dalla gravità della lesione, dal livello di attività del paziente e dai suoi obiettivi funzionali. In generale, per infortuni meno gravi come distorsioni leggere, tendinopatie in fase iniziale o borsiti non complicate, il trattamento conservativo rappresenta spesso la prima linea di intervento. Questo approccio mira a ridurre il dolore e l’infiammazione, proteggere l’articolazione e favorire la guarigione naturale dei tessuti. Le strategie iniziali possono includere:
- riposo modificato, inteso come l’astensione dalle attività che aggravano in modo eccessivo il dolore e che sollecitano l’articolazione, fondamentale per proteggere i tessuti ma mantenere un buon livello di attività;
- ghiaccio, da applicare secondo necessità, per ridurre temporaneamente il dolore;
- compressione, da applicare anch’essa a seconda della specifica situazione, utilizzando un bendaggio elastico per fornire supporto e controllare l’edema;
- elevazione, può essere utile in alcuni casi per favorire il drenaggio dei liquidi;
- farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), da assumere solo su indicazione medica per un sollievo sintomatico.
La compressione e l’elevazione vengono talvolta suggerite in una fase iniziale, ma le evidenze scientifiche recenti dimostrano un effetto minimo: la loro applicazione va valutata caso per caso, evitando di considerarle necessarie in ogni condizione.
Al contempo, la fisioterapia svolge un ruolo fondamentale nel trattamento conservativo e nella riabilitazione post-chirurgica degli infortuni al ginocchio. Un programma di fisioterapia efficace e personalizzato, così come proposto da Andrea Carboni, fisioterapista di Bergamo, può includere:
- esercizi terapeutici, attraverso programmi specifici per ripristinare la gamma di movimento, rinforzare la muscolatura stabilizzatrice del ginocchio (quadricipite, ischiocrurali, polpaccio, glutei), migliorare la propriocezione (la consapevolezza della posizione del ginocchio nello spazio) e il controllo neuromuscolare;
- terapia manuale, comprensiva di tecniche delicate per ridurre il dolore e migliorare la mobilità articolare e dei tessuti molli circostanti;
- rieducazione funzionale, tramite esercizi progressivi per ripristinare le capacità funzionali necessarie per le attività quotidiane e sportive;
- educazione del paziente, fondamentale per promuovere strategie di gestione autonoma, evitare comportamenti dannosi e limitare il rischio di recidive.
Un approccio fisioterapico precoce e ben strutturato è sempre consigliato per un recupero ottimale e per prevenire le recidive; tuttavia, in alcuni casi, l’intervento chirurgico può essere necessario per trattare infortuni al ginocchio, come rotture complete dei legamenti, lesioni meniscali complesse, fratture scomposte o lussazioni recidivanti della rotula.
L’intervento mira a riparare o ricostruire le strutture danneggiate per ripristinare la stabilità e la funzionalità dell’articolazione. Successivamente, la riabilitazione fisioterapica si rivela una fase essenziale per recuperare al meglio e prevenire ulteriori infortuni. Un programma post-operatorio ben strutturato e personalizzato è fondamentale per:
- gestire il dolore e il gonfiore post-operatorio;
- ripristinare gradualmente la gamma di movimento e la mobilità;
- recuperare la forza muscolare e il controllo neuromuscolare;
- migliorare la “propriocezione” e l’equilibrio;
- riprendere gradualmente il carico sull’arto operato;
- tornare gradualmente alle attività quotidiane e sportive;
- prevenire le recidive.
La durata e l’intensità della riabilitazione post-chirurgica variano a seconda del tipo di intervento e delle caratteristiche individuali del paziente e seguire scrupolosamente le indicazioni del chirurgo ortopedico e del fisioterapista è indispensabile per un risultato ottimale.
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