Fisioterapista Bergamo

Fisioterapia riabilitazione spalla

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Tra le articolazioni più complesse del corpo umano, la spalla è fondamentale per il movimento di mani e braccia. Se, da una parte, la sua grande mobilità è un grande vantaggio, dall’altra la espone a un alto rischio di traumi e lesioni; ecco perché i disturbi a carico della spalla sono piuttosto comuni, non solo tra gli sportivi.

Per fortuna, la fisioterapia si rivela un’ottima soluzione sia per prevenire, sia per trattare le lesioni della spalla: attraverso un percorso di riabilitazione personalizzato è possibile ristabilire il corretto funzionamento dell’articolazione e migliorare la qualità della vita dei pazienti colpiti. Nello specifico, gli obiettivi della fisioterapia riabilitativa per la spalla prevedono di alleviare il dolore, ripristinare forza e mobilità e prevenire infortuni futuri.

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I principali infortuni della spalla

Come accennato, la spalla è un’articolazione particolarmente mobile, il che la rende anche altamente suscettibile a infortuni, lesioni e patologie di varia natura. I principali disturbi che possono insorgere sono:

  • lesioni della cuffia dei rotatori, cioè di un gruppo di quattro muscoli e tendini che stabilizzano l’articolazione, che possono causare dolore e limitazione dei movimenti;
  • borsite, cioè l’infiammazione delle piccole sacche colme di liquido che riducono l’attrito tra le strutture della spalla, che può provocare dolore e gonfiore. Va precisato che, nella pratica clinica, molte condizioni dolorose vengono etichettate come ‘borsite’ anche in assenza di un reale coinvolgimento della borsa, e il termine può generare confusione.;
  • capsulite adesiva, la cosiddetta spalla congelata, caratterizzata da infiammazione e ispessimento della capsula articolare e causa di movimenti limitati, dolore e rigidità;
  • lussazione della spalla, che si verifica quando la testa dell’omero esce dalla cavità glenoidea della scapola, quindi la spalla appare deformata e il movimento è limitato;
  • instabilità della spalla, provocata solitamente da un’eccessiva mobilità articolare;
  • lesione SLAP, cioè lesione del labbro glenoideo, causata da traumi o attività che richiedono l’esecuzione di movimenti ripetitivi sopra la testa;
  • lesione del capo lungo del bicipite brachiale, che può causare debolezza e dolore anteriore alla spalla;
  • tendinopatia calcifica, provocata dal deposito di calcio nei tendini della cuffia dei rotatori che, a sua volta, causa dolore e limitazione dei movimenti;
  • artrosi della spalla, dettata dall’usura della cartilagine articolare, che può causare dolore cronico, rigidità e mobilità ridotta;
  • sindrome dello stretto toracico, cioè la compressione delle strutture neurovascolari poste nello spazio compreso tra la clavicola e la prima costola, con conseguenti dolore e intorpidimento di spalla e braccio.

Saper riconoscere tutti gli infortuni appena elencati è fondamentale per intervenire tempestivamente e iniziare un trattamento adeguato che, solitamente, include la fisioterapia. I farmaci antinfiammatori possono essere utilizzati nei casi acuti, ma non rappresentano la soluzione al problema, e non dovrebbero sostituire un approccio attivo. Nei casi più gravi, può essere indicato l’intervento chirurgico.

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Quali sono le cause di un infortunio alla spalla?

Gli infortuni della spalla possono essere molteplici, così come possono essere numerose e differenti le cause scatenanti. Tra le principali rientrano:

  • overuse e attività ripetitive, che magari richiedono l’elevazione frequente di una o entrambe le braccia sopra la testa, possono aumentare la sensibilità dei tendini della cuffia dei rotatori e provocare dolore, soprattutto se il carico non è gestito in modo progressivo. Oggi sappiamo che, più che l’infiammazione o la lesione, è la risposta del tessuto al carico a determinare il dolore;
  • traumi acuti, come incidenti stradali, cadute, impatti violenti durante l’attività sportiva che possono causare lesioni traumatiche come lussazioni, fratture o lesioni dei tendini;
  • movimenti improvvisi o scarso riscaldamento, che possono provocare strappi muscolari o tendinei;
  • debolezza o squilibrio muscolare, che possono compromettere la stabilità dell’articolazione e, quindi, aumentare il rischio di infortuni;
  • invecchiamento e degenerazione fisiologica, dato che con l’avanzare dell’età sia i tendini, che le articolazioni possono essere colpiti da patologie degenerative, come l’artrosi;
  • fattori anatomici o congeniti, che predispongono la spalla a determinati infortuni come il dolore di spalla correlato alla cuffia dei rotatori (una volta etichettato come sindrome da impingement, un termine oggi superato perché non riflette la complessità multifattoriale del dolore alla spalla) o lussazioni frequenti.

La diagnosi precoce in tutti questi casi è indispensabile, perché è il primo passo per risalire alla causa scatenante della lesione e intervenire con trattamenti mirati e specifici. Le immagini possono essere utili in alcuni casi, ma è fondamentale integrare sempre la valutazione clinica con i dati soggettivi del paziente, poiché dolore e lesioni strutturali non sempre coincidono.

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Quali sono i sintomi di un infortunio alla spalla?

Al pari delle cause, anche i sintomi devono essere riconosciuti con tempestività per poter iniziare fin da subito un trattamento adeguato e risolutivo. Se non si interviene per tempo, infatti, si rischia di incorrere in complicazioni gravi e anche a lungo termine. Proprio per questo, è importante prestare attenzione ai segni più comuni di un infortunio alla spalla, quali:

  • il dolore, spesso descritto come una sensazione sorda e persistente all’interno della spalla, che può intensificarsi in occasione di tutte quelle attività che richiedono il sollevamento del braccio coinvolto;
  • la limitazione dei movimenti, evidente quando bisogna compiere determinati gesti, come sollevare il braccio sopra la testa o estenderlo dietro la schiena;
  • la debolezza muscolare, che rende molto difficile eseguire anche semplici attività quotidiane, come pettinarsi o sollevare piccoli oggetti;
  • il gonfiore e il rossore, che compaiono in causa di trauma o infiammazione, spesso associati a un aumento della temperatura della zona interessata;
  • la sensazione di formicolio, intorpidimento o bruciore, nel caso in cui ci sia un coinvolgimento nervoso o una compressione delle strutture neurovascolari;
  • una deformità ben visibile, tipica della lussazione o della frattura.

La presenza di uno o più sintomi tra quelli riportati non indica necessariamente la gravità dell’infortunio; ciò significa che è sempre e comunque necessaria una valutazione medica, con una diagnosi accurata e un trattamento mirato e adeguato alle esigenze del paziente.

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Infortunio alla spalla: come intervenire?

La scelta del trattamento di un infortunio della spalla dipende dalla natura della lesione e dalla gravità. In genere, gli approcci si distinguono in conservativi e chirurgici.

Nella maggior parte dei casi, gli infortuni della spalla possono essere trattati con rimedi conservativi, che prevedono:

  • il riposo, inteso come temporanea riduzione delle attività più irritanti. È importante non fermarsi completamente, ma trovare il giusto livello di carico che consenta al tessuto di adattarsi progressivamente;
  • l’uso di un tutore o di un reggibraccio, entrambi utili per immobilizzare la spalla e consentire ai tessuti di guarire correttamente e velocemente;
  • l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), per alleviare il dolore e l’infiammazione.

Al contempo, la fisioterapia può contribuire a recuperare sia la forza, che la mobilità della spalla interessata. Attraverso stretching, esercizi di rafforzamento muscolare e tecniche di mobilizzazione articolare, si creano programmi personalizzati per favorire il recupero rapido e completo del paziente. In alcuni casi selezionati si possono utilizzare terapie fisiche, come crioterapia o onde d’urto, principalmente per modulare il dolore. Tuttavia, l’evidenza scientifica a supporto di questi approcci è limitata, e il loro utilizzo non dovrebbe sostituire il trattamento attivo. Laser e tecar, invece, non hanno mostrato benefici clinici significativi e non dovrebbero essere considerati terapie di prima scelta.

Se la condizione del paziente è particolarmente grave o se i trattamenti conservativi non portano alcun miglioramento, allora è necessario ricorrere alla chirurgia. Le opzioni, in genere, sono:

  • l’artroscopia, una tecnica minimamente invasiva che prevede l’inserimento di una piccola telecamera (l’artroscopio) tramite piccole incisioni con la quale il chirurgo può visualizzare e riparare le strutture danneggiate;
  • la riparazione della cuffia dei rotatori, che può essere eseguita sia in artroscopia, sia con tecnica a cielo aperto;
  • la stabilizzazione dell’articolazione, utile in caso di lussazioni ricorrenti o instabilità articolare;
  • la protesi della spalla, indicata per i casi di grave degenerazione articolare, come l’artrosi avanzata.

A prescindere dalla procedura chirurgica scelta, segue sempre un percorso di riabilitazione fisioterapica post-operatoria, indispensabile per recuperare appieno le funzionalità della spalla. Gli esercizi e le tecniche proposte, infatti, aiutano a:

  • ripristinare la mobilità, attraverso esercizi mirati al recupero dell’ampiezza di movimento dell’articolazione;
  • rafforzare la muscolatura, per prevenire anche ulteriori infortuni;
  • recuperare le funzioni quotidiane, in modo che il paziente possa tornare a condurre una vita del tutto normale.

La fisioterapia, quindi, ricopre un ruolo fondamentale nella riabilitazione della spalla e un approccio tempestivo può davvero fare la differenza, perché favorisce il recupero ottimale e riduce il rischio di complicazioni future.

Ovviamente, per far sì che il percorso di recupero vada a buon fine, ogni piano terapeutico deve essere personalizzato, tenendo conto delle esigenze specifiche del paziente, dell’entità dell’infortunio o dell’intervento e degli obiettivi prefissati.

Affidarsi a fisioterapisti esperti nella riabilitazione della spalla è il primo passo per tornare il prima possibile alla routine quotidiana, riducendo il rischio di recidive e migliorando significativamente la qualità della propria vita.

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